il seguente testo è presente in "Appunti di viaggio" Faenza, 1/XI/1999.
L'ultima fase della sua vita.
"La notte oscura"
Il titolo sopra espresso, ripreso da San Giovanni della Croce rappresenta a mio avviso un cambiamento epocale del vivere quotidiano sia sotto l'aspetto religioso che sotto l'aspetto umano, si potrebbe anche chiamarlo "La cattività babilonese" vale a dire essere costretti a non potersi permettere più di fare la propria volontà ma di sottostare al volere di altri che decidono ciò che è bene o male per il tuo vivere e per un P. Albino abituato a svolgere le sue funzioni sia di ordine spirituale che di studioso così compromesse cosituirono una svolta epocale che cercherò di riassumere tenendo a base il motto "carità tacendo".
La svolta finale della sua vita corrisponde al periodo in cui subì l'investimento davanti all'i ngresso del convento di S. Francesco a Faenza da parte di un sacerdote anziano del clero faentino (mons. Pietro Rotondi), che durante la manovra di retrocessione ebbe ad investire P. Albino il quale cadde e la conseguenza fu la rottura del femore.
Ricoverato all'ospedale civile di Faenza ivi fu operato, ne seguì un successivo ricovero presso la struttura RSA della Clinica Stacchini di Faenza sita nel Viale Stradone.
Purtroppo devo testimoniare che durante tale permanenza non gli fu mai praticata una terapia fisica ma per tutto quel tempo fu sempre tenuto a letto, terminato il periodo prescritto di ricovero i padri conventuali ritennero opportuno trasferirlo presso l'adiacente struttura Casa del Parco.
Durante tale permanenza ebbe modo di usufruire di terapia fisica, riprese un poco di mobilità ma la sua salute era stata molto debilitata e, dispiace dirlo, il suo morale era peggiorato, comprese che la sua vita avrebbe avuto una svolta radicale e non gli sarebbe stato possibile riprendere le funzionalità fisiche di un tempo e questo lo demoralizzava.
Molti furono gli interessamenti da parte di amici e conoscenti tanto che giunse per lui un'alba di vita quando da parte dell'amministrazione di Castel Bolognese quando si ritenne possibile il ricovero presso la struttura "Camerini" (Casa di Riposo) e del conferimento poi della Cittadinanza Onoraria. La permanenza presso questa struttura avvenne a pagamento a cura dell'Ordine Conventuale dell'allora Provincia di Bologna a cui va dato atto di aver per questa iniziativa assunto un onere non indifferente ed a cui personalmente mi sento di dire un vero grazie. Padre Albino avrebbe preferito continuare la permanenza presso il Convento di S. Francesco ma le cure a lui necessarie difficilmente sarebbero state possibili in tale ambiente. Di questa situazione vi è ampia documentazione scritta di P. Albino che tralascio volutamente.
I Padri conventuali di Faenza non potendo seguirlo costantemente ritennero utile interessare una persona di loro fiducia, Secondo Azzani, già funzionario comunale di Faenza, conosciuto sia dai Padri che da padre Albino, persona molto seria e premurosa che prestava la propria opera anche presso l'assistenza a sacerdoti della Diocesi e clero faentino. L'Azzani merita veramente il mio apprezzamento per l'opera svolta, tutti i giorni gli faceva visita, si interessava presso la struttura informandosi dal personale quale erano le possibili situazioni per migliorare la sua condizione fisica, favorendolo nei suoi desideri come ad esempio permettendogli di continuare le prove della Cappella Musicale o di visite ad Assisi e favorendolo così in tutte le relazioni personali.
Mi è doveroso citare un incidente conseguente alla celebrazione dell'8 dicembre a S. Francesco di Faenza, purtroppo nel trasporto in carrozzina si fece una piccola escoriazione ad una gamba. questa insignificante lesione si protrasse lungamente a cui non valsero le medicazioni a cura del medico della struttura, purtroppo l'escoriazione si evolse in piaga e fu prospettata perfino l'idea di amputazione di parte dell'arto. si cercò di ovviare tentando una terapia presso il Centro Iperbarico di Ravenna, fortunatamente la situazione fu risolta. purtroppo gli capitò un'altra spiacevole disfunzione organica: un blocco intestinale.
In merito a quest'ultima grave diagnosi, datasi l'età avanzata i chirurghi a seguito di visita, non ritennero di intervenire, fu grazie all'intervento di alcuni medici di Castel Bolognese che mi permetto di citare ed a cui va il mio personale ringraziamento: prof. dr. Luca Monti, dr. Erminio Napolitano, dr. Giuseppe Musardo che perorarono la causa e gli favorirono l'intervento, salvandolo da morte certa. Il decorso a seguto dell'intervento non gli permise l'indipendenza avuta in precedenza tuttavia fu assiduamente curato e va dato atto ad Azzani di aver svolto una encomiabile assistenza.
Negli ultimi mesi di vita fu afflitto da una malattia agli occhi che non gli permetteva più di leggere e scrivere, la sua sofferenza divenne insofferenza, il personale della struttura piuttosto che vederlo in camera con la testa reclinata e assorto in meditazione perenne ritennero opportuno portarlo in sala con gli altri ospiti mettendolo davanti alla televisione, cosa che lui non gradiva. Trovava conforto ascoltando alla radio i programmi che trasmettevano Radio Maria od esecuzioni trasmesse da Radio Rai 3 con concerti o intrattenimenti musicali.
Durante gli anni di permanenza nella struttura di Castel Bolognese innumerevoli furono le corrispondenze, lettere ricevute ed a cui dava opportuna risposta, purtroppo non si può altrettanto dire di visite personali ricevute da conoscenti, lui che aveva nella sua vita aiutato e beneficato e conosciuto centinaia e centinaia di persone ora si trovava molto solo.
Ha cercato, fin che gli è stato possibile, di svolgere la funzione sacerdotale presso la chiesa di Castel Bolognese, confessando o concelebrando messe favorito in questa sua missione dagli arcipreti don Gianluigi dall'Osso prima (fino al 2011) e don Marco Bassi successivamente.
La sua attività musicale durante il periodo trascorso di degenza a Faenza fu esiguo, con la permanenza a Castel Bolognese riprese vigore.
La caricatura di p. Albino fu eseguita da un ritrattista ambulante in piazza della Signoria a Firenze mentre era di passaggio e gliene fece dono.
Il presente quadretto di ceramica policroma entro cornice lignea era presente nella sua stanza. Il tema ivi presente indica il libro, purtroppo molte sue musiche, autografe, non gli sono state restituite. In rarissimi casi, come per composizioni dedicate, le ha devolute volontariamente; neppure il sottoscritto è in possesso di autografi a me dedicati.