In merito allo scritto appena pubblicato è quanto appresi da sue confidenze ma trovo doveroso integrarlo con alcune precisazioni da lui espresse in uno scritto autografo di poco precedente la sua dipartita terrena in cui specifica che "...La Comunità del Sacro Convento sarebbe contenta di avermi stabile Mestro di Cappella in Basilica. Ci sono però alcuni frati dell'Ordine che ambiscono la stessa cosa..." ricorda altresì che in merito all'invito "a fondare in San Marino il Conservatorio e la Cappella Musicale del Duomo" propose di assumere "al mio posto" il Padre Gaspare Stipa ofm. conv., altrettanto ricorda per quanto attiene l'invito "a divenire Maestro di Cappella in San Marco a Venezia", a dimostrazione che al termine dei suoi giorni di vita, rimanendo a Faenza, aveva potuto svolgere un servizio utile alla Chiesa e aveva potuto insegnare ed effettuare studi e conseguire gradi accademici difficilmente possibili se avesse seguito le chiamate accennate, riconoscendo, implicitamente, che l'obbedienza, al termine della propria vita, rende sereno l'animo.
Il Pensiero Liturgico
L'opuscolo che qui viene pubblicato di seguito fu consegnato allo scrivente da P. Albino e ricordo che lo riteneva in massima parte rispondente al proprio pensiero ed al proprio sentimento religioso e sacerdotale in ordine all'ambito musicale.
Tuttavia si è sempre proclamato, sia pubblicamente che in privata sede, obbediente a tutte le prescrizioni della Santa Sede Cattolica Apostolica Romana, questa intenzione ha costituito per lui sempre un punto fermo, oggetto dell'ottemperanza alla Regola di San Francesco ( Regola NON Bollata, 1221, Prologo, 3; Regola Bollata, 1223, Cap. I, 2.).
Ricordo una conversazione avvenuta fra il Padre Pellegrino Santucci dell'Ordine dei Servi di Maria a Bologna (1921 - 2010) con Padre Albino e presente il sottoscritto, ebbene il Santucci ricordava un viaggio fatto in estremo oriente o Asia (India?) con altri sacerdoti di diverse nazionalità e decisero di concelebrare la Santa Messa ma il messale presente in sede era in lingua locale e nessun sacerdote conosceva tale lingua, fortunatamente uno di loro possedeva un libro con messa in Rito Latino e poterono così soddisfare l'intenzione.